Cristiano Suriani

I consigli di Cristiano per il Giappone

Cristiano è l’autore di tuttogiappone.eu, un portale interamente dedicato al Giappone in cui puoi trovare in particolare ricette tipiche giapponesi e un mini corso per approcciare alla lingua giapponese. Oggi ci racconta le sue impressioni sul Sol Levante.

Il tuo blog mi sembra davvero molto ben curato. Qual è la tua ricetta per proporre contenuti interessanti per gli utenti?
Ringrazio per i complimenti. Sono ormai più di dieci anni che faccio questo “lavoro”.
L’aggiornamento del sito va a scatti e dipende, in gran parte, dalla mia disponibilità di tempo libero.
Nei miei articoli cerco sempre di proporre qualcosa di particolare, che possa suscitare l’interesse del lettore e che lo spinga, dopo aver letto il mio scritto, ad approfondire l’argomento. Cerco sempre di evitare argomenti che già sono ampiamente trattati, in lingua italiana, su siti ben più autorevoli del mio.
Oltre al blog sulla cultura, abbiamo anche una sezione sulla cucina e una sulla lingua. Inoltre fanno parte del progetto anche quattro gruppi su Facebook e account su Twitter e Google+.
Sono sempre convinto che, per amare una cultura, o un Paese, c’è bisogno di conoscere, di imparare, non solo i suoi aspetti positivi, ma anche i suoi problemi, i suoi aspetti negativi; la storia del Giappone è piena di pagine buie che devono essere ricordate perché non se ne perda la memoria. I problemi sociali sono tanti e anche preoccupanti. Insomma, il Giappone va studiato nella sua interezza, è un Paese affascinante, straordinario, ma non è certo il paradiso, come molti continuano a pensare.
Per quanto mi è possibile, cerco sempre di diffondere una corretta, e completa, conoscenza del Giappone.

Quando ti trovi a partire per un viaggio a lungo raggio come ti comporti? Organizzi ogni cosa o parti gestendo tutto una volta in loco?
Il mio è un caso particolare. Sono sposato con una donna giapponese e quando andiamo in Giappone, è sempre per essere ospitati a casa di mia suocera che abita a Date City, sulla costa meridionale dell’isola di Hokkaido. Quindi, ogni volta, abbiamo pochi giorni da dedicare a visitare il resto del Giappone. Avendo pochi giorni, di solito, programmiamo in anticipo, in modo da non perdere tempo, una volta arrivati a destinazione.
Fino ad ora sono andato in Giappone otto volte (l’ultima nel 2015) e, di solito, il nostro viaggio inizia nel Kansai, dove mia moglie ha varie amicizie, e, dopo qualche giorno, si sale su in Hokkaido per passare, a casa di mia suocera, il resto della vacanza. Nel 2016 faremo qualcosa di diverso: arriveremo a Tokyo per poi andare nell’Hokkaido, in treno: sarà una bella e interessante esperienza.
Comunque, per rispondere alla domanda, organizzo tutto prima di partire, anche se poi c’è sempre un contrattempo, un imprevisto, a mandare al diavolo parte del programma, ma, in fin dei conti, anche questo è il bello di una vacanza.

Il Giappone a detta di molti è una terra meravigliosa, c’è qualcosa di questo luogo che ti ha affascinato in modo particolare?
Beh, le cose che affascinano, sono tante: i trasporti, la gentilezza e il rispetto della gente, la pulizia e l’igiene, il senso dell’onore, la bellezza dei giardini e dei parchi, il saper essere tecnologicamente avanzati, pur non dimenticando le antiche tradizioni, la cucina e i tantissimi piccoli ristorantini sempre puliti e accoglienti. Ma l’elenco non finisce mica qua.
Nonostante ci sia già andato varie volte, non smetto di stupirmi del loro sistema di trasporti: treni sempre in orario (cosa a cui noi italiani non siamo mica abituati), stazioni ferroviarie che sono dei veri e propri centri commerciali e in cui è facile perdersi.
Ci sono poi le immancabili toilette; dovunque vai, c’è sempre una toilette in caso di emergenza. Naturalmente sono tutte pulite, funzionanti e in ordine, senza nessuna eccezione, neanche per le toilette in zone periferiche. Qui c’è una vera cultura dell’igiene, della pulizia: vedere una cartaccia, o una latina, per terra, è un’impresa, i parchi sono sempre mantenuti con una cura maniacale.
Bisogna però sottolineare che fra i giapponesi c’è un altissimo senso civico, qui la gente non getta per terra i rifiuti, non per paura della multa, ma perché semplicemente, una cosa del genere non la si fa: il bene comune è di tutti e nessuno si sogna di danneggiarlo.
Una delle cose che mi hanno sempre affascinato, è la gentilezza nel rapporto tra commercianti e clienti, qui i clienti vengono veramente trattati con i guanti. Se chiedi un’informazione a una commessa, perché magari stai cercando un prodotto, questa, letteralmente di corsa, parte e ritorna con il prodotto in mano. La soddisfazione del cliente è fondamentale, un risultato da raggiungere ad ogni costo, c’è però un risvolto negativo: essere sempre sorridenti, disponibili per il cliente, porta ad alti livelli di stress, con tutte le immaginabili conseguenze.

Cristiano Suriani in Giappone
Cristiano Suriani in Giappone

In Giappone il galateo impone atteggiamenti molto diversi dai nostri. Ad esempio quello che in occidente è ormai una consuetudine, come soffiarsi il naso in pubblico, mangiare e bere camminando per strada o mettere in mostra i propri tatuaggi, nella terra del Sol Levante può essere interpretato come un segno di maleducazione. Tu come hai gestito questi divieti? È stato difficile abituarti a non tenere certi comportamenti?
Direi di no, ma io sono avvantaggiato perché ho una moglie giapponese che mi riprende ogni volta che faccio qualcosa di sbagliato, non ho tatuaggi e quindi non ho questo tipo di problemi :).
A parte gli scherzi, non è stato particolarmente difficile anche perché i giapponesi sono piuttosto tolleranti se, a commettere la scorrettezza, è un turista straniero. Naturalmente, la prima volta che sono andato in Giappone, nel lontano 2001, ho dovuto imparare varie regole di comportamento: vietato soffiarsi il naso in pubblico, togliersi le scarpe prima di entrare in una casa, quando si incontra una persona, fosse anche un parente, non si da mai la mano, ma si saluta con un inchino, la stanza con il futon è sacra e bisogna togliersi le ciabatte prima di entrarvi, limitare al massimo, se non evitarle del tutto, le effusioni in pubblico, usare gli hashi, le bacchette, in un determinato modo, ecc.
Adesso, rispettare queste regole è ormai, per me, diventato automatico, una volta che sono in Giappone.
Certo, per il turista che si reca per la prima volta in Giappone, può essere difficile ricordare tutte le regole e regolette da seguire. Il consiglio è quello di arrivare in Giappone con un minimo di preparazione. E’ vero che i giapponesi sono piuttosto tolleranti se uno straniero fa qualche gaffe, ma sarebbero lo stesso inorriditi se uno dovesse entrare in casa senza togliersi le scarpe.

La cucina giapponese è famosa per il sushi e il sashimi, oltre a queste due pietanze cosa ci consigli di assaggiare?
Beh, su questo argomento sono in una botte di ferro 🙂 Mia moglie insegna cucina giapponese e quindi, dell’argomento, diciamo, ho una certa esperienza. Tutti conoscono i pregi della cucina giapponese; non per niente è stata inserita dall’Unesco nella lista dei patrimoni dell’umanità. Naturalmente la cucina giapponese non è solo sushi e sashimi, anche se sono tra i piatti più conosciuti all’estero. Bisogna però dire una cosa, un turista occidentale che va in Giappone, non può aspettarsi di mangiare sushi, come fosse una pizza in Italia, se preparato come si deve, nel modo tradizionale, con i giusti ingredienti, il sushi è un piatto costoso, in qualunque parte del mondo lo si mangi. Si pensi che per diventare cuoco di sushi, ci vogliono anni di studi e di apprendistato.
Mangiare in Giappone, è facile e non costa molto. Per poche centinaia di yen, cioè per pochi euro, si può mangiare tanto e anche bene. Le grandi metropoli, letteralmente, pullulano di ristoranti, spesso anche piccoli, adatti a soddisfare ogni esigenza. Nei Centri Commerciali, in Giappone, ci sono interi piani dedicati alla ristorazione: ramen, udon, katsudon, yakisoba, tempura, yakitori, soba, onigiri, dorayaki sono solo i primi nomi che mi vengono in mente, tutti ottimi piatti e da mangiare immediatamente, appena se ne presenta l’occasione.

Per quanto riguarda i mezzi di trasporto? Cosa ci suggerisci di usare per spostarci all’interno di una città? E per andare da una città all’altra?
Il sistema dei trasporti è una delle meraviglie del Giappone. Treni, autobus, metro, taxi, aerei, qui funziona tutto a meraviglia: i mezzi arrivano quando ci si aspetta che arrivino, senza brutte sorprese. Se un treno viaggia con qualche secondo di ritardo, cosa molto rara, il conducente si scusa pubblicamente. Il problema, per noi turisti occidentali, è il costo dei trasporti: se uno vuole girare un po’ per il Giappone, se non è nelle condizioni di poter noleggiare un’auto, la soluzione migliore è il treno, ma è un salasso. Unica soluzione è dotarsi della Japan Rail Pass, che in pratica è un abbonamento valido 7, 14, o 21 giorni, per scorrazzare liberamente su quasi tutta la rete ferroviaria. Il mondo ferroviario giapponese è affascinante, ma anche un po’ complicato, per noi turisti: conviene andare in Giappone con un minimo di preparazione su come funzionano treno e metro, a meno di non avere un accompagnatore locale.
Se ci si deve spostare in città, naturalmente, la soluzione è la metropolitana, almeno nelle grandi città di Tokyo e del Kansai (Kyoto, Osaka, Kobe). La rete su rotaia (treno e metro) di queste città, fa veramente impressione e anche nelle stazioni più grandi è spesso difficile orientarsi o trovare il binario giusto: certe stazioni sono immense. Adesso, con le olimpiadi in programma nel 2020, sicuramente le grandi città saranno più friendly per i turisti occidentali, mi aspetto la comparsa di un maggior numero di cartelli in inglese e forse sarà anche più facile usare la metro, o il treno.
Altra soluzione interessante, sono i taxi: ce ne sono tantissimi e costano anche meno dei taxi in Italia. Insomma, anche se non si ha la macchina, spostarsi in Giappone, non è un problema.

Raccontaci qualcosa sulle architetture giapponesi, sono molto diverse da quelle occidentali?
Non sono un esperto di architettura e quindi non penso di essere la persona più adatta per rispondere a questa domanda. Fino all’inizio del periodo Meiji, le costruzioni in Giappone, sia quelle private che quelle pubbliche, erano in massima parte costruite in legno con, al massimo, qualche elemento in pietra. La tipica architettura giapponese è inspirata dalla vicina Cina. La vicinanza con il grande gigante asiatico è stata fondamentale per la storia del Giappone: non solo l’architettura, ma anche la religione, le cultura, la scrittura, le arti, sono state tutte fortemente influenzate dalla Cina. Poi, una volta importato in Giappone, e con il passare degli anni, nell’architettura si sono sviluppati elementi autoctoni.
L’arrivo degli occidentali, nella seconda metà dell’800 ha portato, anche nell’architettura, una profonda svolta. Gli edifici, almeno quelli pubblici, hanno assunto una forma più occidentale e sono comparsi materiali nuovi, come, per esempio, i mattoni. L’impetuosa modernizzazione del Giappone, ha portato alla costruzione di nuovi edifici: scuole, banche, stazioni, la Dieta (il Parlamento), la zecca di Stato, la sede della Corte Suprema, ecc.. tutti edifici costruiti su modelli occidentali.
In seguito ci si accorse che i nuovi materiali erano anche meglio resistenti al fuoco e ai terremoti, così frequenti in Giappone. Molte città del Giappone vennero rase al suolo da catastrofi naturali o dai bombardamenti americani nella seconda guerra mondiale. Nella ricostruzione si usarono accorgimenti architettonici sempre più all’avanguardia, per quegli anni. Adesso tutti gli edifici devono rispettare severi criteri per quanto riguarda le norme anti-sismiche.
Oggigiorno, solo i templi e i castelli, e magari anche qualche abitazione nelle zone rurali, mantengono la tradizionale architettura giapponese.

Grazie

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