pina la peppina in giappone

Il Giappone di Sara

Sara ama viaggiare, fare foto, assaggiare nuovi piatti e raccontare tutto sul suo blog Pinalapeppina.
Oggi ci parla della sua esperienza nella terra del Sol Levante.

1) Il tuo blog mi sembra davvero molto ben curato. Qual è la tua ricetta per proporre contenuti interessanti per gli utenti?
Scrivere per me è prima di tutto un’esigenza personale. Tenevo diari di carta che poi, nel lontano 2003, si sono trasformati in un blog. La voglia è sempre la stessa: condividere le esperienze senza filtri e ipocrisia.
Pinalapeppina.com sono io e questo mi permette di fornire sempre contenuti veri e concreti. Un blog debba essere autentico e rispecchiare chi lo scrive. I lettori si accorgono se fornisci contenuti copiati o che non ti appartengono. Pinalapeppina.com è semplicemente questo: Sara con le sue passioni e la voglia di condividere i suoi viaggi. Non posso stare un giorno senza scrivere e confrontarmi con il prossimo.

2) Quando ti trovi a partire per un viaggio a lungo raggio come ti comporti? Organizzi ogni cosa o parti gestendo tutto una volta in loco?

Sono una persona molto organizzata, ma quando si tratta di viaggio non sempre ci riesco. Punto una meta in base ai miei gusti, spesso culinari e fotografici, ma poi non pianifico tutto minuziosamente. Negli anni ho capito che spesso le informazioni reperite su guide, anche autorevoli, o siti di viaggio non sempre corrispondo alla tua percezione personale del luogo. L’unico modo per scoprirlo è appunto viaggiare 🙂 Non sono capace di partire senza aver prenotato l’itinerario di massima, ma tante cose le scopro strada facendo. Questo si può rivelare bello, altre volte ti fa perdere parecchio tempo che non ti consente di vedere tutto come avresti voluto.

3) Il Giappone a detta di molti è una terra meravigliosa, c’è qualcosa di questo luogo che ti ha affascinato in modo particolare?
Il Giappone è una terra che va capita e rispettata. O piace o non piace. Personalmente la cosa che più ho apprezzato è proprio la parola Rispetto. Per gli altri, per la natura, per il cibo e per le diversità. È bello sentirsi libero di essere e farlo circondati da più di 13 milioni di persone!

4) In Giappone il galateo impone atteggiamenti molto diversi dai nostri. Ad esempio quello che in occidente è ormai una consuetudine, come soffiarsi il naso in pubblico, mangiare e bere camminando per strada o mettere in mostra i propri tatuaggi, nella terra del Sol Levante può essere interpretato come un segno di maleducazione. Tu come hai gestito questi divieti? È stato difficile abituarti a non tenere certi comportamenti?
Il Giappone ci appare una terra lontana e, per certi versi, irraggiungibile. Questo, a mio parare, comporta spesso sottolineare le diversità come delle difficoltà. Essendo una viaggiatrice non mi sono posta proprio il problema. Ho vissuto il mio viaggio con rispetto ed educazione come per ogni altro popolo del mondo.
Tokyo certamente non ha difficoltà ad accogliere occidentali con atteggiamenti differenti e pertanto non ho sentito questa differenza di atteggiamenti tra me e loro. In zone più rurali, invece, le diversità dei piccoli gesti sono più marcate. Le ho affrontate con il sorriso, la miglior forma di comunicazione con i giapponesi che non parlano inglese. Erano molto straniti dal mio modo di vestire e dal fatto che fossi riccia, ma nessuno si è offeso per le mie attitudini o modi differenti. A volte ci si è confrontati, senza parlare inglese, ma solo con gesti sulle differenze di apprezzare un piatto o nel salutare. Penso di aver imparato qualcosa ma, al contempo, di avergli regalato anche qualcosa di occidentale. Il modo migliore di affrontare le diversità è il confronto senza dimenticare da dove si viene e rispettando dove si è. Sono una persona molto precisa e maniacale sull’educazione quindi, per certi versi, è stato naturale abituarsi a certe cose, dato che in Italia sono già atipica (e per taluni snob!) non avendo atteggiamenti “tipicamente” italiani. (Ad esempio sbracciarsi e chiamare un amico dall’altra parte della strada ^_^)

Kyoto

5) La cucina giapponese è famosa per il sushi e il sashimi, oltre a queste due pietanze cosa ci consigli di assaggiare?
La prima cosa che capisci quando vai in Giappone è che i giapponesi non mangiano sushi a ogni ora del giorno e della notte! Scopri che sono dei gran golosoni e che sgranocchiano cibi introvabili e kawaii ovunque!
Il mio piatto preferito sono senza dubbio i Ramen Abura Soba e in generale tutti gli zupponi di pasta. Dopo gli italiani, in termini di capacità di lavorare la pasta ci sono i giapponesi!! Ho avuto il privilegio di assistere a una sfida Bologna-Osaka sulla creazione di tortellini beh… vi assicuro che le giapponesine hanno le mani d’oro e sapranno stupirvi 🙂
In tema di dolci… sono matcha mochi dipendente!
La cosa incredibile del Giappone è che in ogni strada ci sono diverse decine di piatti diversi da scoprire. Io che viaggio anche per imparare ad amalgamare profumi e odori era come se fossi giunta in paradiso!

6) Per quanto riguarda i mezzi di trasporto? Cosa ci suggerisci di usare per spostarci all’interno di una città? E per andare da una città all’altra?
L’efficienza del Giappone è nota in tutto il mondo. Certamente i treni Shinkansen (treni ad alta velocità) sono ideali per spostarsi da una città e l’altra anche considerando il JR Rail Pass (pass turistico molto conveniente).
Nelle metropoli, la metropolitana è ovunque ed efficiente, a discapito di quello che si può leggere in giro, anche molto semplice da comprendere dato che ci sono cartine e indicazioni praticamente ovunque.
Io amo molto farmi chilometri a piedi quindi vi consiglio lunghe passeggiate magari anche con l’aiuto di una bicicletta.

7) Raccontaci qualcosa sulle architetture giapponesi, sono molto diverse da quelle occidentali?
Il Giappone ha certamente una sua personalità che lo rende diverso dagli altri paesi sia occidentali che orientali, sospeso tra tradizione e sviluppo.
Le contraddizioni in Giappone non mancano e queste si fanno sentire anche nell’architettura.
Il rigore della tradizione, la maniacale propensione all’organizzazione, l’efficienza, la costante ricerca di armonia tra natura e sviluppo la rendono davvero unica. Troviamo, infatti, palazzi futuristici nelle grandi metropoli come Tokyo e Osaka che si contrappongono a giardini zen e templi mantenendo salda la sua anima tradizionale.
Le architetture tradizionali sono, senza dubbio: i santuari, i templi e le case tradizionali. Ognuna di essa sottolinea l’epoca diversa in cui è stata costruita. Il Buddismo certamente ha avuto una primaria importanza rendendo ai nostri occhi tutto molto lontano e secolare. I giardini sono un altro elemento meraviglioso costruiti seguendo uno schema ben preciso di elementi e simboli.
Sull’architettura giapponese ci sarebbero pagine intere da scrivere. Il mio consiglio è quello di leggere anche un po’ di storia e capire perché certi palazzi sono stati costruiti in un certo modo e non solo soffermarsi sulla maestosità e diversità.

Grazie

1 commento su “Il Giappone di Sara”

  1. Grande Pina 🙂 Sono sempre in attesa della Pina Guide sul Giappone!! I tuoi consigli sono sempre preziosi e onesti. go go go

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