Aokigahara (Jukai), la foresta dei suicidi

Foresta di Aokigahara, Monte Fuji

Un commento / di Alessandra Sanna / aggiornato: 19 Aprile 2022

Prima ancora di essere etichettata “foresta dei suicidi”, questo luogo misterioso veniva chiamato Jukai, ossia mare di alberi.

Si estende a nordovest del Monte Fuji, nella Prefettura di Yamanashi. La foresta ospita conifere, cipressi e arbusti che crescono da almeno 300 anni.

È un luogo conosciuto dagli amanti del bird-watching per la poca varietà di fauna che vi vive, ma anche da coloro che amano osservare il paesaggio e camminare nella natura, in mezzo al bosco.

Perché “foresta dei suicidi”

Aokigahara, avvisi nella foresta dei suicidi

Il terreno lavico e la fitta copertura arbustiva rendono Aokigahara un luogo impervio e pericoloso per chi non rimane lungo i sentieri prestabiliti, rischiando di perdersi.

Strano ma vero, non è raro imbattersi durante il cammino in cartelli che cercano di dissuadere i visitatori dal togliersi la vita.

È infatti questo un luogo tristemente conosciuto per l’alto numero di suicidi che avvengono ogni anno, rendendolo il secondo luogo al mondo, dopo il Golden Gate Bridge in California, in cui vengono recuperati i corpi di chi sceglie di togliersi la vita.

Non è chiaro, ovviamente, il perché di queste tragedie. Corrono leggende sulla maledizione della foresta, abitata dalle anime insofferenti del passato, che attirerebbero gli spiriti più sensibili, le persone fragili, malate, o con problemi che in quel momento sembrano irrisolvibili, ad inoltrarsi nella selva oscura per poi venirne inghiottiti, per cessare ogni pena.

Ad alimentare queste leggende fu anche il romanzo giallo Kuroi Jukai di Seicho Matsumoto, nel 1960, che termina con la drammatica morte di due amanti tramite suicidio proprio in questa foresta, riportando alla luce le vecchie credenze popolari.

Nel 1993 esce anche “Il Manuale Completo del Suicidio” di Wataru Tsurumui, dove vengono indicati i migliori modi per togliersi la vita, nonché i luoghi che secondo l’autore sarebbero adatti a porre fine alla propria esistenza, tra cui spicca la foresta Aokigahara.

Pare che copie di questo libro vengano ritrovate spesso tra gli effetti personali delle vittime di suicidio.

I corpi delle vittime

Aokigahara, Giappone. Resti dei morti nella foresta

Ogni anno, squadre incaricate della pulizia della foresta, raccolgono i corpi delle vittime e ne riportano a centinaia in un punto di raccolta dove vengono sorvegliate fino all’arrivo delle autorità.

Il suicidio in Giappone non è demonizzato come in altre società, quindi sia i corpi di dispersi ritrovati che i cadaveri delle vittime di suicidio subiscono la stessa burocrazia, senza attenzione mediatica. 

Il video su YouTube

Tra le ormai centinaia di video che si possono trovare sulla piattaforma YouTube, ci sono trailer di film, film completi, documentari, reportage e poi c’è lui, Logan Paul, un blogger degli Stati Uniti che è diventato famoso per i suoi video in cui si cimenta in sfide di ogni genere, più e meno stupide, raccogliendo milioni di followers.

A fine dicembre del 2017 però ha commesso un passo falso che lo ha portato ad essere criticato duramente in tutto il mondo. Paul e qualche amico si sono avventurati ad Aokigahara e hanno filmato il corpo di un suicida impiccato su un albero.

Il video è stato rimosso dai gestori della piattaforma dopo poco e Paul si è scusato pubblicamente, anche se rimane di poco gusto la scelta, e non solo quella, di mostrare immagini simili per la mera smania di raccolta di like e visualizzazioni. 

Cosa vedere

Goffi influencer a parte, Aokigahara offre creazioni naturali e luoghi di interesse che meritano di essere visitati. Tra questi, oltre al Monte Fuji, ci sono le grotte laviche.

Le grotte del vento e del ghiaccio

Aokigahara, grotta del ghiaccio, ice cave
Aokigahara, la grotta del ghiaccio
  • Fugaku, grotta del vento. È localizzata a poco più di 2 km a sud del Lago Sai, con pareti strette e soffitti bassi, ha una temperatura interna che si aggira sui 3 gradi centigradi. 
È lunga 201 metri, alta 8,7 metri e ci vogliono circa 15 minuti per visitarla.
    Si possono osservare stalattiti anche d’estate, ed è il luogo più affollato di turisti che cercano un po’ di fresco.
Costo d’ingresso: ¥350 (bambini ¥200).
  • Narusawa, grotta del ghiaccio. Questa grotta è formata oltre 1150 anni fa da rocce vulcaniche ed è lunga circa 153 metri. La lava incandescente discese fino a formare questa grotta.
Per visitare la grotta Narusawa sono necessari al massimo 10 minuti.
    Si trova a est dell’ingresso della foresta di Aokigahara e si può visitare tutto l’anno.
    La stazione del bus vicina è Kawaguchiko.
 Costo di ingresso: ¥350 (bambini ¥200).
  • Grotta Ryuuguu. Si trova a est della Fugaku. Ha fattezze simili alla Fugaku, con due corridoi interni percorribili.
  • La Koumori-ana è la più vicina al Lago Sai ed è lunga più di 350 metri. “Koumori-ana” significa “caverna di pipistrelli”, è quindi facile capire chi abita in questa grotta.

Come raggiungere Aokigahara

Fujikawaguchiko, Retro bus

Indirizzo: Shoji, Minamitsuru-gun Fujikawaguchiko-machi, Yamanashi
Per raggiungere la foresta, bisogna arrivare alla stazione Kawaguchiko e da qui prendere un bus fino ai sentieri o alle grotte.

Se hai il japan rail pass, puoi prendere gratuitamente il treno Limited express da Shinjuku fino a Otsuki. Qui devi cambiare con la linea Fujikyu o Fujisan da pagare a parte ¥1140 e scendere a Kawaguchiko.

Percorrenza: circa 2 ore
Costo senza il japan rail pass: ¥3910 se prendi la Fujikyu Railway; ¥4510 se prendi il Fujisan Express (moltiplicalo per due se intendi tornare a Tokyo).

In alternativa, senza usare il japan rail pass, prendi l’Highway Bus da Shinjuku fino a Kawaguchiko.
Costo: ¥1750, 1 ora e 45 minuti di percorrenza.

Dalla stazione Kawaguchiko prendi il Retro Bus.
Alla fermata numero 1 di Kawaguchiko, prendi la linea del Retro Bus che si chiama “Lake Saiko & Aokigahara Shuyu (round trip)” e scendi alla fermata Saiko Bat Cave (36 minuti circa di percorrenza), il punto di partenza del sentiero per la foresta.

Le altre fermate di questa linea che portano ai sentieri sono “Saiko-Yachou-no-mori-kouen”, “Fugaku-Fuuketsu”, “Ryuuguu-douketsu-iriguchi” e “Saiko-Koumori-ana”.

È possibile raggiungere la foresta anche in macchina, dalla zona dei 5 laghi, a 20 minuti (circa 15 km) dopo l’uscita Kawaguchiko sull’autostrada Chuo Expressway.

Leggende sulla foresta

La foresta Aokigahara è considerata dai superstiziosi e da chi crede nelle leggende, una foresta infestata dai demoni.

Nella mitologia giapponese, chi in passato è entrato senza guida in questa foresta, non ne è mai uscito, popolando l’area con lo spirito fuoriuscito dal corpo esanime.

La credenza vuole che l’anima che si perde nella foresta non può lasciare la terra poiché preda dell’angustia e della tristezza, andando ad ossessionare i visitatori ed apparendo, anche non visivamente, a chi cammina per i sentieri che si sentono colpiti da un brutto incantesimo.

Gli alberi stessi, secondo la leggenda, sono intrisi dell’energia malvagia accumulata nei secoli.

Mettendo da parte il mito, per colpa della suggestione e del fitto tessuto degli alberi che li fa sembrare vivi, come se avessero tentacoli pronti a catturare i visitatori, spesso alcuni accusano delle allucinazioni in cui avvertono gli spiriti maligni accanto a loro…

I demoni della foresta vengono chiamati yurei, di cui si fa riferimento nelle leggende orali ma se ne parla anche nella letteratura e nel cinema contemporaneo.

Film sulla foresta dei suicidi

Film La foresta dei sogni, matthew mcconaughey

Ambientati ad Aokigahara ci sono vari video, più o meno recenti. Oltre ai documentari e ai reportage che si possono trovare con una semplice ricerca su Google, o su YouTube, nell’archivio cinematografico ci sono veri e propri film ambientati o ispirati alla foresta di Aokigahara.

Nel 2012 esce in Giappone “Aokigahara“, di Shintarō Ishihara e nel 2013 invece, esce nelle sale americane, “Grave Halloween” di Steven R. Monroe (horror), la storia di una donna, insieme a un gruppo di amici, che ad Aokigahara cerca il corpo della madre scomparsa.

Nel 2015 è stato prodotto “La foresta dei sogni” (The Sea of Trees), diretto da Gus Van Sant, dove il protagonista (Matthew McConaughey) che vuole suicidarsi, va ad Aokigahara, dove incontra un giapponese… (Ken Watanabe).

Il più recente, del 2016, è Jukai – La foresta dei suicidi (The Forest), un horror diretto da Jason Zada che vede come protagonista la famosa Natalie Dormer nei panni di una ragazza diretta ad Aokigahara per ritrovare la sorella gemella.

Se sei arrivato in questa pagina cercando la parola “suicidio” o simili, ti prego di ripensarci e di chiedere aiuto se stai attraversando un brutto periodo.
Chiama il numero verde 06 77208977

I tour imperdibili

 

1 commento su “Aokigahara (Jukai), la foresta dei suicidi”

  1. Ma i pullmini sono deliziosi…sembrano usciti da una cartolina degli anni ’50 e ricordano un pò anche quelli cubani. Je adore!

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